Toscana dell'anima
Introduzione
Toscana dell'anima mostra l'anima della Toscana, che non è quella con il cielo lindo e sempre azzurro delle immagini da cartolina che tanta pubblicistica ci ha abituato a vedere. La Toscana di Duccio è un paesaggio in tre dimensioni dove il cielo, sempre "sporcato" e turbato da nuvole e nebbia, allunga la sua ombra sulla terra, scoprendo forza e debolezza di una regione che fa della bellezza la sua cifra stilistica.
Guardando gli scatti che compongono il libro si ha l'impressione che i soggetti ripresi stiano stretti nei contorni della fotografia. L'armonia delle forme, la miscela di colori - e il loro dosaggio - e, su tutto, la profondità che Duccio ha saputo dare al proprio lavoro (elemento assolutamente non banale e scontato), portano istintivamente a cercare di guardare al di là del bordo della foto, alla ricerca di una continuità, di un supplemento di bellezza a cui di malavoglia dobbiamo rinunciare.
In tanta sapienza estetica un elemento, però, salta all'occhio: in questa scelta di fotografie la presenza fisica dell'uomo è quasi del tutto assente. Qualche raro animale, colto in indifferente tranquillità, a completare il paesaggio. Un solo, lontano pastore si nasconde e si mimetizza in un'immagine. Eppure la presenza umana è costantemente percepita, colta, intuita. La natura ritrat-ta non è mai natura selvaggia, ogni pianta, ogni ruga del terreno, ogni solco di strada è il prodotto della volontà dell'uomo di conformare la terra alle proprie esigenze. Un tentativo di fare della terra un alleato nella quotidiana lotta con la natura. Ecco allora che le fotografie di Duccio diventano an-che una sorta di testimonianza stratificata: i suoi soggetti ritraggono una natura che, con la propria forza, stende un velo sopra il lavoro dell'uomo, più evidente e suggestivo negli scatti invernali, ma comunque elemento fondante, ricercato, delle immagini.
È come se Duccio avesse voluto testimo-niare il momento in cui la natura cerca di riprendersi il ruolo di protagonista che, in terra Toscana, così sapientemente le è stato tolto dall'uomo. È pur vero che fotografare San Gimignano o Monte-riggioni è fin troppo facile, anche con macchine fotografiche usa e getta, tanta è la bellezza che e-rompe dalle mura e dalle torri. Assolutamente non scontato è il riuscire a dare profondità, staccare dallo sfondo di cielo e terra il profilo delle città, lo skyline si direbbe per panoramiche di metropoli ben più grandi (ma non altrettanto maestose).
San Gimignano vista come una sfida al cielo, rifles-so di una disfida intestina e tutta terrena che, dall'invidia e la brama di potere, ha saputo generare bellezza. Monteriggioni come possente monito alla terra, una cinta di mura a separare i domini dell'uomo e della natura.
Per tutte queste ragioni Duccio ha avuto l'idea e mi ha chiesto di associare questi scatti a passi di autori toscani di ogni epoca: perché da questi come da quelli emerga l'autentica anima toscana. Schietta. Non edulcorata e ubriacata dalla "prepotenza" del sole e dei suoi paesaggi patinati. Autori sanguigni come Cecco Angiolieri o lo stesso Dante Alighieri, o più pacati e ironici come Folgòre da San Gimignano e Aldo Palazzeschi. O, ancora, scrittori che hanno letto l'inquietudine della propria terra, come Federigo Tozzi, probabilmente il più acuto interprete della provincia senese, o Renato Fucini, legato alla Toscana rurale e ai suoi umori come nessun altro scrittore. Parole che si fanno immagini e immagini che ci parlano, in un gioco di rimandi e contrapposizioni volto a far emergere la musicalità e, insieme, la ruvidezza della terra Toscana.
E se è vero che Zeus e i suoi figli temevano la notte perché nelle stelle era inscritto il loro segre-to, anche la Toscana ha ragione di temere un cielo perturbato, perché è proprio nell'agonia di luce e ombra che emerge e si rivela sua più autentica anima. Quell'anima che Duccio ha avuto la sen-sibilità e l'arte di catturare.
David Baldanzi
Presentazione
Questa antologia di fotografie e citazioni sulla e per la Toscana vogliono essere un omaggio alla terra che mi ha dato i natali e la cui aria da sempre respiro.
Gli scatti che troverete nel libro sono stati realizzati all'alba o al tramonto, quando la bellezza naturale della terra, della vegetazione, del cielo e degli animali è più genuina e assoluta. Il discri-mine tra la notte e il giorno e il suo simmetrico pomeridiano sono il paradigma della bellezza e dell'armonia con la natura. Spero di essere riuscito a catturare, oltreché la forma delle cose, anche il silenzio in cui era avvolto l'ambiente al momento dello scatto. Un silenzio che non è mai assenza di suoni, ma bisbiglio degli elementi, un cullare i sensi, gli occhi come le orecchie, che riconciliano con la terra e gli uomini. Perché è questo che fa la bellezza, anzi, la Bellezza: è dispensatrice di pace. Non c'è conflitto dove la bellezza è assoluta, incontestabile, inequivocabile.
Sì, questa mia raccolta si può anche intendere come uno studio sulla Bellezza, commentato e chiosato da versi e pagine che hanno già trovato la loro strada per il Bello. Un itinerario estetico, ma anche, mi si permetta la parola, iniziatico. Ho cercato di far passare attraverso l'obiettivo foto-grafico frammenti di piacere estetico e estatico, il mio modo di difendere la bellezza. Perché difen-dere la bellezza significa anche - e soprattutto - difendere la natura, l'ambiente e l'arte, la più au-torevole carta d'identità della nostra civiltà.
La Toscana dell'anima vuole infine essere, più che un libro sulla Toscana, un libro per la To-scana. Un volume che possa servire a rivelare quell'anima che troppo spesso viene sepolta sotto luoghi comuni e spot pubblicitari. Un'anima che ha il respiro dei versi dei più grandi poeti che l'Italia abbia conosciuto. Un'anima che ha bisogno di essere riscoperta e capita, amata e rispettata.
Duccio Nacci